Martedì 19 luglio 2016 si è tenuto, organizzato dall’ARLeF (Agenzia Regionale per la Lingua Friulana), presso la sede di Udine della Regione Friuli Venezia Giulia, un incontro per la celebrazione dei 30 anni dall’approvazione della grafia unificata della lingua friulana, con la presentazione della pubblicazione plurilingue (friulano-italiano-inglese) di “La Grafie Uficiâl de Lenghe Furlane”.
Il 15 luglio del 1986 veniva approvata dal Consiglio Provinciale di Udine assieme alle Provincie di Gorizia e Pordenone, la proposta per una grafia unificata della lingua friulana, successivamente divenuta grafia ufficiale con la Legge Regionale 15/1996.
L’intervento introduttivo è di Lorenzo Fabbro, presidente dell’ARLeF, che spiega che un obiettivo importante di questa agenzia è anche quello di promuovere la conoscenza e l’uso della grafia ufficiale della lingua friulana in ogni ambito della vita sociale. E che questa è fondamentale se si vuole avere una tutela riconosciuta da parte delle istituzioni, e il diritto a poter insegnare la lingua nelle scuole. Aggiunge che la pubblicazione che viene presentata, che è una riedizione di quella del 2002 fatta dall’Osservatorio Regionale della Lingua e Cultura Friulane, servirà a rafforzare ulteriormente la diffusione della grafia ufficiale a ogni livello di comunicazione. Inoltre, grazie alle traduzioni in italiano, inglese e spagnolo, potrà essere a disposizione anche di chi, dal di fuori, abbia voglia di avvicinarsi alla Lingua Friulana.
Seguono i saluti degli ospiti istituzionali:
Vincenzo Martines, consigliere regionale e presidente della Commissione Cultura della Regione, sottolinea l’importanza della lingua e della cultura come consapevolezza di un identità, ed esprime la volontà della Regione di fare ancora di più di quello che già si fa per sostenere la lingua friulana, soprattutto nel settore radiotelevisivo.
Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine, si augura un maggiore impegno delle istituzioni e degli enti pubblici nel sostegno alla lingua friulana, citando l’esempio della toponomastica bilingue, ancora carente.
Enrico Peterlunger, delegato per il friulano per l'Università di Udine sostiene che è importante che una lingua, per essere viva, venga usata anche in campo scientifico e accademico, e per questo è fondamentale la grafia ufficiale.
Intervengono poi Oscarre Lepore e Giacomo Cum, ex assessori alla Cultura della Provincia di Udine durante l’iter che ha portato all’approvazione ufficiale, ricordando lo sforzo comune di tutte le forze politiche dell’epoca per arrivare al raggiungimento di questo importante obiettivo.
Interviene poi Adriano Ceschia, già Presidente della Commissione per la grafia della Provincia di Udine (e di fatto il promotore della stessa) il cui discorso inizia con il ripercorrere la storia e le tappe dell’iter che ha portato all’approvazione della grafia ufficiale, prima da parte della provincia di Udine insieme a quelle di Gorizia e Pordenone nel 1986, e poi da parte della Regione nel 1996, ringraziando i politici dell’epoca per avere capito l’importanza politica di quella scelta, perché solo da lì in poi si sono potute costruire delle politiche linguistiche efficaci, e che quindi era assolutamente necessaria la creazione di una grafia unificata riconosciuta dalle istituzioni. Ricorda anche le resistenze che ci furono all’epoca, soprattutto da parte degli ambienti più conservatori e da parte della Società Filologica, e che mettere d’accordo le varie anime del friulanismo non fu una cosa facile, e che fu necessario anche adottare alcuni compromessi.
L’ultimo intervento è quello del glottologo catalano Xavier Lamuela, docente dell'Università di Girona (Catalogna) e già consulente della Provincia di Udine per la codificazione della grafia friulana, che fu scelto dalla commissione provinciale come arbitro imparziale per la stesura della grafia unificata. Lamuela ricorda il lavoro fatto in quel periodo con la commissione, e i criteri che vennero adottati per arrivare a una grafia che potesse andare bene per tutte le varianti della Lingua Friulana, conciliando la tradizione con la praticità.
Conclude con l’affermare che la grafia unificata, assieme agli altri strumenti linguistici, è indispensabile per mantenere il prestigio del friulano e consentirne l’insegnamento. La lingua ha bisogno di convenzioni e organizzazione per vivere, l’uso spontaneo non è sufficiente, e il riconoscimento politico del 1986 è stato determinante in questo senso.